domenica 1 giugno 2008

Almirante

Scilla (Italia), I giugno 2008

Lo scorso 22 maggio ricorrevano i vent'anni dalla morte di Giorgio Almirante, con ogni probabilità la personalità più significativa prodotta dalla storia del Movimento sociale italiano - iniziata nel 1946 - e del Movimento sociale italiano-Destra nazionale, a partire dal 1972.
Tra le varie iniziative, particolare rilievo ha assunto quella della Camera dei deputati che al suo membro - dal '48 alla morte - dedicherà la raccolta di gran parte dei discorsi parlamentari. Polemiche ha suscitato la possibilità, paventata dal sindaco di Roma Alemanno, di dedicare allo scomparso segretario missino un toponimo della capitale, subito smorzate dalla garanzia fornita dallo stesso Alemanno che non si procederà in tal senso senza la non opposizione della comunità ebraica.
La comunità ebraica assume un ruolo significativo perché è proprio nei riguardi di essa che la biografia almirantiana presenta la macchia più vistosa. Come giovane e brillante giornalista, infatti, caporedattore della famigerata rivista di propaganda razzista ed antisemita "La Difesa della Razza", il futuro capo della Destra italiana del secondo dopoguerra non esitò a formulare verso il 1942 frasi e concetti di forte intonazione antisemita. Tali brani sono stati letti nei giorni scorsi alla Camera da Emanuele Fiano, giovane deputato del Partito democratico di famiglia ebraica, e sono stati prontamente definiti "vergognosi" dal presidente dell'assemblea di Montecitorio Gianfranco Fini che pure fu, in un certo senso, "scoperto" proprio da Almirante. Fini, in particolare, nel suo commento alle parole di Fiano, ha ricordato come in quegli anni tragici ed aggrovigliati molte furono le personalità di rilievo intellettuale che si diedero ad esprimere simili aberranti concetti nei confronti, in particolare, degli ebrei. Molte di esse, finita la seconda guerra mondiale, senza, per così dire, "chiedere scusa", presero la via del Centro o della Sinistra. Luciano Violante, ex presidente della Camera e deputato del Pci, del Pds, dei Ds e dell'Ulivo fino alla scorsa legislatura, ha, a tal proposito, ricordato come Almirante, quanto meno a sua memoria, sia stato l'unico a prendere esplicitamente e pubblicamente le distanze da quell'ingombrante passato. Lo stesso Violante ha ricordato in Almirante il parlamentare ligio e partecipe di tutta l'attività della Camera, compresa una notevole attenzione per le questioni di procedura. Così facendo, il segretario missino - sempre per Violante - contribuì a fare del Parlamento uno dei luoghi di più profonda costruzione (e "ri-costruzione") del sentimento e dell'apparenza dell'unità nazionale, unendo all'asperità del conflitto politico il rispetto profondo per l'istituzione e le sue regole di funzionamento, indispensabile a farne una "casa", appunto, che ciascun cittadino potesse sentire come "propria".
Per Cossiga, Almirante ebbe il merito di riconciliare alla democrazia le forze derelitte della Repubblica sociale italiana - composte in gran parte da giovani e giovanissimi - contribuendo a ridurre quella pur vastissima area delle forze "antisistema", intrisa di violenza predicata e praticata e di disprezzo per ogni presupposto minimo di convivenza civile.
Chi scrive, avendo avuto otto anni al momento della morte di Almirante, non può aggiungere un proprio ricordo personale di questa notevole figura. Posso solo dire di averne sempre sentito parlare e molto spesso con parole di ammirazione o - quantomeno - di rispetto, anche da chi professava visioni politiche distanti se non addirittura opposte dalle sue. Quando un insegnante o una persona adulta mi diceva: "Sai chi era un grande oratore?..." io sapevo già che la risposta era Almirante!
E, a rileggere qua e là su internet i suoi discorsi parlamentari o a vedere un filmato che lo riguardi su "You-Tube" non si può non essere d'accordo con tale affermazione. In particolare, non si può non apprezzare il suo stile oratorio fatto di un linguaggio piano, forbito eppur comprensibile, di immagini suggestive rese senza eccessiva retorica, come l'amore per "l'adorabile Italia". Questo stile ha contribuito ad "educare" anche quelle correnti della Destra post-fascista più recalcitranti ad assumere un contegno liberaldemocratico ed ha fatto sì che due notevoli personalità di sicuro schieramento antifascista come Cossiga e Violante potessero fare i commenti surriportati.
Io mi fermerei qui, rimandando a successivi articoli l'analisi dei vari aspetti della personalità e della politica di Almirante, insieme con le varie fasi della storia missina e - soprattutto - l'analisi della cosiddetta "attualità" della visione almirantiana.

Giovanni Panuccio
giovannipanuccio.blog@gmail.com

Per la posizione della comunità ebraica romana contraria all'intitolazione ad Almirante di una via, vedi:
http://it.reuters.com/article/topNews/idITDIA75960520080527

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