Scilla (Italia), 4 luglio 2009

Quando sono stato invitato da alcuni amici a trascorrere una serata al ristorante "Panoramic" (già "Xifia") dove Giordano avrebbe cucinato per noi sapevo, quindi, che avrei trascorso del tempo

Percorro a piedi, dunque, il lungomare Colombo, la via San Francesco di Paola ancora disastrata dai lavori in corso e chiusa al traffico carrato - incredibile in piena stagione turistica per un posto come Scilla! -, il porto e faccio, quindi, il mio ingresso a Chianalea, subendone il fascino fatto di suggestioni visive, acustiche ed olfattive come fosse la prima volta. Mi dirigo verso piazza Porto Salvo, parte "alta" del quartiere, ed entro nel ristorante, raggiungibile anche dalla strada statale 18, pochi metri dopo la Chiesa arcipretale dell'Immacolata, in direzione Bagnara. Franco e Carmelo Santafemia sono dei perfetti padroni di casa. Sanno della prenotazione dei miei amici e m'intrattengono in attesa del loro arrivo. Nel corso della serata dovrò pure scusarmi con Franco per avergli detto che il posto non è sufficientemente ventilato: il caldo era quello che proveniva da me stesso reduce da una lunga camminata e non da una terrazza panoramica che presto si rivelerà - anche per il clima - uno spicchio di Paradiso.
A tavola. Chiara è gentile e disponibile ad ascoltare le nostre richieste e rende subito, con il suo sorriso, ancora più belle le portate magistralmente impiattate da Giordano, che si diverte a presentarcele in forme non scontate e tuttavia coerenti. Non manca mai un pomodorino ciliegino a ricordarci che siamo nel cuore del Mediterraneo, quasi una firma dello chef scillese. Tra gli antipasti non mancano i classici come le frittelle di neonata (ciciaredda a Scilla, bianchetto altrove) o le cozze marinate né novità degli ultimi anni che hanno ampiamente - e con grande successo! - superato la fase "sperimentale" come la parmiggiana di melanzane e pescespada. Giuseppe ci propone anche una "tartara" di pescespada. Ci piace, ma il nostro rapporto con la crudità o con le cotture del tutto prescindenti dal fuoco non è ancora completamente pacificato. Il resto sono sapori e odori e visioni del mare e della terra riuniti in un'armonia che difficilmente chi non cucina per mestiere e - soprattutto - per passione riesce ad immaginare.
Tale armonia raggiunge il culmine nel risotto d'oro (o dorato?) nel quale tutti i sapori - ho riconosciuto il parmigiano, i funghi, qualcosa di "marino" che non saprei dire... - non solo s'armonizzano ma sembrano fondersi in unico sapore superiore...
Il dessert è l'evergreen tiramisù... Ma poteva essere quello solito? Certo che no! E allora via i savoiardi e dentro delle cialdine morbide che immagino preparate personalmente dallo stesso Giordano, associate ad una cremina di una delicatezza tutt'altro che priva di sapore e a delle fragole succulente...
Un sorso del calabresissimo Vecchio Amaro del Capo, l'odore e il rumore del mare un po' distante ma ancora fortemente percepibile, una brezza leggera che rende il clima semplicemente ideale, la professionalità e la gentilezza di Franco, Carmelo, Giuseppe e Chiara e la compagnia di amici aperti al sorriso rendono tutt'altro che comune una serata all'insegna del piacere dei sensi.
Giovanni Panuccio
giovannipanuccio.blog@gmail.com
5 commenti:
Devo ammetterlo: l'ora non è proprio quella adatta, ma leggendo....mi vinni a 'ngulìa!
Be', essere riuscito a fartela venire è la miglior prova che non ho scritto un cattivo articolo!...
Ed ecco che m'insegni un'altra parola del nostro buon idioma calabrese-scillese!...
Giovanni,non ho da aggiungere altro a quello che hai detto tu, mi limito soltanto a confermare pienamente! complimenti a Peppe Giordano!
Nota al precedente commento: Domenico era uno dei commensali.
Complimenti per il prestigioso e accurato articolo enogastronomico.
Dopo questa breve lettura mattutina devo dire che prossimamente mi rechero al panoramic a cenare, sicuramente non da solo.... e tu Giovanni, naturalmente sarai uno di noi...
diciamo che dovrai fare il bis ;-)
Ciao Ciao
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