venerdì 3 aprile 2009

Un pomeriggio da incidere nelle menti e nei cuori


"Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e l'amore-carità; ma di tutte più grande è l'amore-carità!" (Paolo di Tarso)

SCILLA, 2 APRILE: dedicata a San Francesco da Paola la strada che unisce al porto il lungomare Colombo

Scilla (Italia), 3 aprile 2009

Pubblico delle grandi occasioni a Scilla per la dedicazione a San Francesco da Paola della via che unisce al porto il lungomare Colombo. Via il cui inizio, simbolicamente, coincide con piazza Spirito Santo che, nell'omonima chiesa, ospita un grazioso esempio di architettura tardobarocca, miracolosamente scampato a terremoti e onde anomale. Una chiesa che è anche la custode fedele della devozione da secoli nutrita dagli scillesi e mai interrotta nei confronti del santo di Paola che, lo ricordiamo, è venerato come patrono della Calabria, della gente di mare e, quindi, del quartiere Marina Grande di Scilla.
Ed è proprio dagli ambienti giovanili più sensibili a tale tradizione che è partita, circa sei mesi or sono, l'iniziativa della dedicazione, prontamente accolta dall'amministrazione comunale.
Oltre alle targhe toponomastiche ufficiali è stata scoperta una bella composizione di piastrelle in ceramica che, raffigurando Scilla e lo Stretto di Scilla e Cariddi come teatro del cosiddetto miracolo dell'attraversamento dello Stretto a bordo del mantello, intende ricordare stabilmente la partecipazione spirituale, emotiva e culturale degli scillesi alle celebrazioni per il quinto centenario della morte del santo che ricorreva il 2 aprile 2007. La citata opera accompagnò il pellegrinaggio a Paola del 10 maggio 2008 di un nutrito gruppo di cattolici scillesi i quali ebbero il piacere di incontrare lì, in circostanze del tutto impreviste, Giuseppe Fiorini Morosini, padre minimo (l'ordine di San Francesco da Paola) già nominato vescovo di Locri-Gerace, che impartì la propria benedizione sull'opera. Circostanza, quest'ultima, ricordata dal nuovo arciprete di Scilla Francesco Cuzzocrea il quale, nel rinnovarne la benedizione, vedeva per la prima volta la composizione ceramica e non nascondeva il proprio stupore nel trovarla bella e ricca di significato.
Dal 2005, il legame degli scillesi con San Francesco non aveva più conosciuto una manifestazione comunitaria ufficiale, pur rimanendo intatto nel sentimento dei singoli e dei gruppi. Si spiega anche in tale contesto la mancata tempestiva collocazione della targa commemorativa nell'anno del centenario. Conseguentemente, la cerimonia prettamente civile della dedicazione della via, suggellata dall'esecuzione del Canto degli Italiani, o inno di Mameli, curata dalla banda "Città di Scilla", è stata anche l'occasione per la riattivazione della tradizione religioso-culturale che i fatti hanno dimostrato essere viva e rivolta al benessere spirituale e sociale della comunità. La statua del santo è stata quindi condotta, per la prima volta in quattro anni, al di fuori della chiesa e collocata sul tratto di spiaggia antistante dove ha avuto luogo la solenne celebrazione eucaristica. La predicazione del giovane arciprete è stata lesta nel cogliere i segni offerti da una giornata di splendido sole che, nonostante il giorno feriale, ha favorito l'afflusso di alcune migliaia di persone. Punti di partenza di tale predicazione sono stati la prima lettera di San Paolo ai corinzi che - incentrata sul concetto di amore-carità - racchiude probabilmente l'essenza della novità cristiana; la vita del santo paolano, vera e propria "attuazione" del precetto paolino e la ricchezza che gli scillesi possono trarre dalla loro "amicizia" con il patrono della Calabria al fine di offrire una testimonianza di amore quotidiano che non perde - anzi: probabilmente ne acquista! - di attualità con il passare dei secoli.
Il rappresentante dell'Associazione nazionale dei marinai d'Italia ha confermato l'importanza del legame spirituale di ogni marinaio con San Francesco da Paola ed ha manifestato la gratitudine dell'Associazione per esser stata chiamata a partecipare a tale evento in un luogo così suggestivo.
Il sindaco Ciccone, collegandosi anche alla non semplice attualità economico-occupazionale dell'Italia e del suo Mezzogiorno in particolare, ha sottolineato come anche nella vita civile e politica possano essere utili gli esempi di amore, pacificazione e dialogo offerti da Francesco.
Il resto lo ha fatto uno scenario unico, fornito direttamente dalla natura. Più di una persona non è riuscita a trattenere la commozione quando, sul mare dello Stretto divenuto di un viola splendente con il calar del sole, è stata collocata una corona d'alloro per ricordare chi, cercando nel mare un aiuto e una speranza, vi ha trovato la morte.

Giovanni Panuccio
giovannipanuccio.blog@gmail.com

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