sabato 7 marzo 2009

Finalmente si parla di politica

Difficile non trovare velleitaria la proposta di Franceschini di concedere un assegno periodico a tutte le categorie di disoccupati.
Ma, almeno, alcune giornate di dibattito politico sono state spese per trattare di problemi concreti e possibili soluzioni.


Scilla (Italia), 7 marzo 2009

Il Partito democratico, per bocca del suo segretario nazionale transitorio, ha dunque proposto di concedere a tutte le categorie di disoccupati un assegno periodico per non dover pagare un prezzo troppo amaro alla crisi.
Il governo ha rapidamente risposto, da un lato, che le risorse necessarie sono pressoché indisponibili e, dall'altro, che una misura del genere costituirebbe un formidabile incentivo all'aumento dei licenziamenti e del lavoro nero.
A parere di chi scrive è difficile non riconoscere come, amaramente, il governo paia aver ragione.
I controlli di legalità nella nostra Nazione sono così rari e così poco efficaci e, quando ci sono, considerati con così tanta acredine da gran parte dei cittadini che è praticamente impossibile tentare d'impedire l'aumento delle frodi alla legge.
A rigor di logica, specie in tempi di crescente mobilità e flessibilità della partecipazione al mondo del lavoro, appare necessario ed urgente apprestare dei "paracadute" che riducano con accettabile efficacia l'impatto, talora tragico, con i momenti di crisi aziendale, settoriale, territoriale o generale. Non ultimo, anche per favorire una certa continuità al contributo del lavoratore alla costruzione del proprio futuro previdenziale. Alcuni di questi paracadute già esistono: cassa integrazione guadagni, mobilità, sussidi di disoccupazione, prepensionamenti etc.
Appare evidente, tuttavia, l'esclusione di troppe categorie di prestatori d'opera o di piccoli datori di lavoro da queste misure.
Il tema quindi andrà prima o poi posto. Ma si dovrà circondarlo di condizioni, limiti e garanzie che impediscano la sua prevedibilmente rapida degenerazione nell'ennesima forma di assistenzialismo dissipatore del denaro di tutti e devitalizzatore dell'economia e della società.
Si pensi al Regno Unito. Là esiste una rete di protezione dalla disoccupazione involontaria discretamente estesa. Ma con alcune cruciali condizioni. Il beneficiario dell'assegno, per esempio, è tenuto - pena una sua progressiva riduzione fino alla revoca - a cercare seriamente e continuamente un nuovo lavoro, favorendo al massimo, anche per questa via, l'incontro della domanda con l'offerta che spesso è una delle concause dell'inoccupazione e della disoccupazione in Italia.
Siamo certi che il sistema amministrativo e giudiziario italiano saprebbe garantire altrettanto efficaci controlli e prevenire e reprimere la gran parte degli abusi?
In ogni caso, un merito va riconosciuto alla proposta di Franceschini. L'aver, cioè, finalmente costretto i politici e gli osservatori a parlare di... Politica. Vale a dire dei modi attraverso i quali rendere la nostra società più libera, più giusta e più prospera.

Giovanni Panuccio
giovannipanuccio.blog@gmail.com

1 commento:

Anonimo ha detto...

Per come la vedo io Giovanni, a Franceschini dei disoccupati non interessa un bel niente! Questa era solo una velleitaria, come dicevi tu, proposta per accaparrare dei consensi popolari che sarebbero stati troppo scontati, figurati se puo' esistere una persona che rifiuta aiuti economici che arrivano dallo stato! Questo non avrebbe voluto dire che il risultato finale di questa operazione avrebbe dato un vantaggio, e lui lo sa benissimo, non e' stupido! E' solo una faccia tosta, tanto al governo nn c'e' mica lui, tanto pensa...chi se ne frega se poi questa delicatissima operazione se ne va in malora per le conseguenze che ha creato...??! Vuole fare il bravo lui, quello che pensa alla gente, ma la gente...ma quando mai i politici pensano davvero alla gente...!!!