venerdì 5 settembre 2008

5 settembre 1938. Quando morì il fascismo...

Scilla (Italia), 5 settembre 2008

Oggi è il 5 settembre. Sui libri di storia non troverete scritto che questa è la data della fine del fascismo italiano (ossia del fascismo vero e proprio). Troverete, invece, che il 5 settembre 1938 Vittorio Emanuele III rese efficaci con la propria firma i provvedimenti adottati dal governo di Benito Mussolini e finalizzati alla "difesa della razza". Le due cose mi pare che tutto sommato coincidano. Perché il fascismo s'era presentato - ed in una certa misura era anche riuscito ad essere - come il partito dell'unità nazionale. Nel '37/'38, invece - con la propaganda, prima, e i provvedimenti legislativi e amministrativi, poi, razzisti e antisemiti - il fascismo fu l'autore della più grande delle ferite immaginabili a questa unità. Perché gli ebrei vivevano in Italia da prima della nascita di Gesù di Nazaret e tutto erano fuorché "stranieri". Perché una parte notevole di essi aveva attivamente partecipato alle principali tappe del Risorgimento nazionale. Alla prima guerra mondiale. Alla stessa Rivoluzione fascista. E poi alle guerre di Libia, Etiopia, Spagna...
Erano pienamente integrati nella società italiana - dove tenevano posizioni d'indubbio prestigio nella cultura, nell'arte, nella tecnica e nell'economia - e nello stesso mondo politico fascista.
Forse è utile indagare le cause di questo epilogo spaventoso, prodromico all'alleanza inuguale e fatale con la Germania nazionalsocialista. Alla complicità, quindi, con i principali autori dell'orrenda carneficina della seconda guerra mondiale, a cominciare dal tentativo di annientamento degli ebrei. Forse è giusto ricordare che il governo del Regno d'Italia, sotto la presidenza di Mussolini, fu l'unico dei governi europei, nel 1934, a ridimensionare per parecchio tempo le criminali ambizioni di Hitler. Fu il governo fascista, infatti, mettendosi sul piede di guerra, ad impedire alla Germania di realizzare quell'annessione dell'Austria che le sarebbe riuscita quattro anni dopo, senza che Francia e Gran Bretagna battessero ciglio. Queste ultime Nazioni ebbero certamente delle gravi responsabilità nel determinare l'involuzione filonazista del fascismo, con la loro eccessiva accondiscendenza nei confronti di Hitler. Accoppiata ad una esagerata severità nei confronti dell'Italia alla quale non perdonavano di voler fare anche una minima parte di quello che facevano loro da almeno duecento anni...
Fatte tutte queste considerazioni, però, rimane intatta la gravità di una ferita e la responsabilità di una politica che fece dare a gran parte degl'italiani il peggio di sé.

Giovanni Panuccio
giovannipanuccio.blog@gmail.com

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